Il grande impatto dei micro e nano influencer nelle campagne di marketing

I brand stanno cambiando sempre più le strategie di engagement dei propri influencer nel web. Dalle celebrities si è passati ai micro e nano influencer. Ecco i vantaggi per un brand positioning efficace nel mondo digital.

L’industria dell’influencer marketing è stata oggetto di un attento esame negli ultimi anni, con numerosi dubbi sorti sulla fiducia, sulla trasparenza e sull’autenticità che incombe sui brand e gli influencer stessi. Di conseguenza, i consumatori sono diventati più scettici e in tutti gli stati sono state imposte delle regole molto più rigorose sulla disciplina della pubblicità. Allo stesso tempo anche giganti dei social media hanno introdotto nuove misure per mantenere le loro piattaforme libere dalle frodi. Non sorprende quindi che micro e nano influencer siano diventati il nuovo Paradiso salvifico del settore.

I micro influencer sono coloro che hanno un seguito tra 10.000 e 99.999 follower mentre i nano influencer hanno dai 1.000 ai 9.999 follower. Data la loro portata di influenza più circoscritta stanno rappresentando l’autenticità che i brand richiedono ai loro testimonial. Altro elemento importante: si collegano anche con i consumatori a un livello molto più profondo rispetto ai big influencer. Il potere di questi piccoli influencer è testimoniato da numerose ricerche che individuano in questi i tassi di coinvolgimento molto più elevati.

Se qualcuno però aveva dei dubbi ha potuto vedere anche come big influencer abbiamo ancora un grande seguito ma soprattutto un grande potere sociale più che commerciale. Ad esempio, Chiara Ferragni, considerata da molti non veritiera nella sua comunicazione, ha saputo raccogliere ai tempi del Coronavirus più di 4,5 milioni di euro a favore della costruzione della terapia intensiva per l’Ospedale San Raffaele di Milano. Ciò ha dimostrato come i suoi follower, e non solo loro, le riconoscono un ruolo importante anche in ambito sociale e umanitario, non solo commerciale o pubblicitario.

Cosa significa quindi la crescente popolarità del micro influencer per i brand? In che modo gli esperti di marketing possono servirsi di questi creatori di contenuti per rafforzare la loro connessione con i consumatori?
Possiamo dire che nell’ultimo anno c’è stata una vera e propria evoluzione degli influencer.
Gli esperti di marketing presumevano che maggiore era la portata (più follower), più prezioso sarebbe l’influencer perché avrebbe raggiunto un maggior pubblico. I brand hanno quindi applicato al mondo digitale la regola dei mass media mainstream come televisione e radio. In questi mezzi infatti scelgo il programma che più si avvicina alla mia audience e in base al fatturato a disposizione programma la presenza del brand.

Naturalmente, per alcune campagne vale la pena investire su una grande portata di pubblico e le sponsorizzazioni di mega-influencer hanno il potenziale per fare miracoli nella consapevolezza e conoscenza del brand nel pubblico. Con i mega-influencer sicuramente raggiungo un brand positioning mainstream, ma poi questa conoscenza si trasforma in vendite reali?
È per questo che i brand a poco a poco hanno iniziato a misurare il successo di una campagna prendendo in considerazione altri elementi. Le strategie quindi all’improvviso sono cambiate perché l’ascesa dei micro e nano influencer ha cambiato le carte in tavola. Pur avendo un pubblico più contento rispetto alle controparti che sono delle star, i micro e nano influencer sono stati in grado di offrire un coinvolgimento maggiore, una veridicità autentica e delle vendite più significative in proporzione all’investimento.


È chiaro che i micro e nano influencer hanno conquistato il favore dei consumatori: parlano la loro stessa lingua, hanno veramente gli stessi gusti e amano gli stessi brand.
Le ricerche supportano questa scelta perché infatti, nei primi 3 mesi del 2020, i brand hanno speso il 47% del loro budget per micro e nano influencer, rispetto al 23% destinato alle celebrities.
La realtà è che le persone si fidano di più dei micro e nano influencer e sono molto più propensi a seguire i loro consigli rispetto a quelli proposti da una celebrità. Potremmo dire che le celebrities possono servire per il brand positioning di base di una marca, perché sia riconosciuta e identificata, ma poi per vendere serve altro.

Per il 68% dei marketer i micro e nano influencer sono più vantaggiosi in quanto molti accolgono con favore un regalo al posto di una commissione pur continuando a fornire i migliori contenuti.
I micro e nano influencer hanno spesso una forte identità della marca che è diventata parte della propria vita. Quindi la creatività messa in essere nei post è reale e credibile più delle istruzioni date dagli esperti di marketing. Consentire ai micro e nano influencer di avere libertà creativa, nel rispetto dei valori del brand e degli obiettivi della campagna, non solo rafforza la relazione di una marca con l’influencer, ma porta anche a contenuti di qualità che risuonano ancora di più con il pubblico e alla fine portano a risultati migliori.


Oggi tra l’altro esistono strumenti basati sull’intelligenza artificiale e sul neuromarketing che facilitano la ricerca della soluzione giusta sia per l’influencer, sia per il brand e ne calcolano l’efficacia.
Sono finiti i giorni in cui i pubblicitari o i marketer dovevano vagliare manualmente i profili e i contenuti per determinare l’opportunità o i risultati di una partnership.

Sicuramente l’utilizzo dei micro e nano influencer non è una moda passeggera. Anzi sempre più diventeranno partecipi della creatività e della strategia promozionale di un brand perché loro stessi per primi ne sono fruitori, destinatari e produttori di contenuto.

About the author

Brand strategist, esperto neuromarketing e neurobranding e founder laurea Magistrale in Web Marketing & digital communication dell'università IUSVE | Da sempre presente nel mondo social ho coltivato la passione per la comunicazione lavorando in radio come speaker, scrivendo romanzi per ragazzi, insegnando all’università, come brand strategist per aziende e agenzie, tenendo numerose conferenze sul mondo della comunicazione, dell’advertising e del web.

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