Il framing: che cos’è, definizione ed esempi. Tutti abbiamo sicuramente conosciuto delle persone che avevano la dote della persuasione, cioè la capacità di influenzare le nostre scelte perché riuscivano a convincerci di qualche cosa.
La persuasione è molto importante nell’ambito della digital communication; la persuasione viene messa in atto con delle tecniche che possono essere linguistiche che sono già conosciute, sono già famose, abbiamo per esempio la programmazione PNL, la Programmazione Neuro Linguistica, ma altre sono ancora inedite, una di queste è proprio il framing, che potremmo definire come il processo inevitabile di influenza selettiva sulla percezione dei significati che un individuo attribuisce a parole o frasi.
Definizione un po’ complessa ma che adesso vi spiego in maniera più semplice: si tratta di determinare nel pubblico la comprensione di un significato di un oggetto di un prodotto o di un servizio, diverso da quello che il pubblico percepirebbe a livello normali, quindi nella propria quotidianità.
Il concetto di framing viene utilizzato soprattutto in campo economico e politico ed è dovuto al lavoro del sociologo canadese Erving Goffman, ma adesso viene utilizzato, in questo momento, anche molto nell’ambito della digital communication. Famoso è l’esempio che il linguista George Lakoff riporta nel suo libro che è un best seller, raccontando ciò che fece in un corso di scienze cognitive presso l’Università della California in Berkeley, dove insegna.
«Diedi ai miei studenti un esercizio. Dissi: “Non pensate a un elefante! Qualsiasi cosa facciate, non pensate a un elefante!” E naturalmente, essi lo fecero. Si deve pensare a un elefante al fine di non pensarci.»
Ecco, il framing è esattamente questo, indurre un pensiero in maniera non esplicita, quindi in maniera implicita. Evidentemente il corretto utilizzo del framing, a livello di advertising e di marketing, nel mondo digital porta dei benefici perché induce un pensiero senza renderlo, evidentemente, comprensibile esternamente.
Lavora sull’inconscio del pubblico, e quindi gli fa costruire, nel proprio cervello, un concetto, un segno, un significato, un senso, che in realtà quello che viene detto non dovrebbe produrre. Di conseguenza, l’esperto del mondo digital, il web marketing manager e il social media specialist, dovrà confezionare un’argomentazione persuasiva, realizzare un messaggio, una pubblicità, un post, selezionando parole e immagini che evochi nella mente delle persone sensazioni ed emozioni positive o anche negative o anche neutrali.
L’importante è l’obiettivo che si vuole raggiungere, cioè persuadere la persona a comprendere un significato che è diverso da quello che viene esplicitato linguisticamente oppure visivamente.
Aspettare la perfezione non è mai stata un’ottima idea per fare progressi.
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