Messenger Kids, l’ultima app di Facebook, è progettata specificamente per i bambini dai 6 ai 12 anni. Un’altra strategia di marketing o altro? Cosa prevede? Come utilizzarla e i possibili pericoli.
È di lunedì 4 dicembre 2017 la notizia che Facebook ha lanciato Messenger Kids, un’app di messaggistica protetta per i bambini dai 6 ai 12 anni.
La novità ha creato subito allarmismi e scatenato nel web i più scettici. Diciamo che qualche dubbio sulla reale utilità di questa nuova app c’è, ma prima di giudicare vediamo in che cosa consiste.
Per garantirsi da possibili azioni legali di massa, le famose class action americane, Facebook ha pubblicato la politica sulla privacy di Messenger Kids nel proprio sito. Sono andato a leggerla ed ecco cosa emerge.
L’app non richiede che il bambino si registri con un proprio account Facebook ma si appoggia al profilo del genitore per poter aggiungere contatti e inibisce il bambino da qualsiasi tipo di ricerca nel social network.
Facebook come al solito si premunisce dichiarando che prima di aderire a Messenger Kids è necessario leggere tutta la normativa sulla privacy che prevede la raccolta dei dati del minore e su come userà l’app, i contatti e i dispositivi utilizzati per accedere.
Questi dati servono al social network per la profilazione, tanto cara e tanto temuta dagli esperti del settore ma poco dagli utenti, e potranno essere condivisi con terze parti per aiutare a migliorare Messenger Kids. Un genitore potrà però eliminare l’account Messenger Kids del proprio figlio con tutte le informazioni collegate e memorizzate.
Messenger Kids sarà privo di inserzioni pubblicitarie e le informazioni raccolte durante l’uso non verranno utilizzate per proporre videogame o advertising targettizzata. Non sarà inoltre possibile procedere con acquisti.
Al momento è presente solo la versione di Messenger Kids per dispositivi iOS. Scaricata l’app sarà necessario procedere con l’accesso all’account Facebook personale del genitore e si creerà così l’account di Messenger per i propri figli.
Dopo aver creato l’account, Messenger Kids chiederà al genitore di consegnare lo smartphone al proprio figlio in modo da poter completare l’installazione. Verrà chiesto al bambino di selezionare un colore a piacere dell’app e di scattarsi un selfie da utilizzare come immagine del profilo.
Il genitore avrà la possibilità di gestire qualsiasi informazione del profilo del proprio figlio come ad esempio: visualizzare i contatti, approvare o rifiutare le richieste di contatto.
Nel caso in cui vengano compiute dal minore richieste nuove di contatti, non verrà inviato al dispositivo del bambino nessun messaggio. Invece il genitore riceverà una richiesta con tutti i dettagli dell’account per approvare.
La richiesta di contatti tra i bambini quindi sarà mediata dai rispettivi genitori che in questo modo concedono la liberatoria a procedere. Sarà possibile per i bambini creare gruppi e chat video. Saranno inoltre disponibili adesivi, GIF e messaggi animati da poter utilizzare per poter personalizzare le conversazioni e le chat.
L’approccio sull’aggiunta di contatti di Messenger Kids è, come si è visto, molto rigoroso (e giustamente aggiungo io) ma lascia anche molti dubbi sulle conseguenze di legge previste. Ad esempio se nella chat i due bambini si scambiano delle foto, chi risponde nel caso in cui poi queste vengano diffuse o contengano contenuti inappropriati?
Per il momento Messenger Kids sarà testata esclusivamente negli Stati Uniti, in gruppi ristretti e selezionati di utenti, ma al termine di questa sperimentazione l’app sarà realizzata anche per i dispositivi Android, all’inizio solo per il mercato statunitense, ma ovviamente l’obiettivo strategico e di marketing di Facebook è di diffonderlo a livello mondiale.
La domanda comunque rimane: è proprio necessaria un’app per bambini per inviarsi messaggi? Io credo di no.
Un altro interrogativo è: il monitoraggio del contenuto dei messaggi rimane sempre nelle mani del minore e non del genitore, in quanto le chat sono libere e non richiedono l’approvazione del messaggio da parte dell’adulto?
Questo aspetto infatti renderebbe l’uso di Messenger Kids praticamente inutile e rallenterebbe le interazioni, aspetto che invece Facebook vuole incentivare.
Quindi alla base di tutto ci sta sempre la responsabilità e maturità del minore nelle interazioni, anche nei social. Ma prima di questo c’è l’aspetto educativo che è prerogativa dei genitori che si troveranno, nel bene e nel male, con una nuova tecnologia da gestire.
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Grazie Mariano,
ci mancava anche questa… ho appena finito di studiare adesso mi toccherà ricominciare !!! Interessante il tuo punto di vista potrebbe essere interessante che ne parlassi personalmente ai genitori delle scuole elementari e medie. La maggioranza non sa di cosa si tratti e non è fortunato come me che posso confrontarmi e imparare. Grazie
Hai pienamente ragione. Negli incontri con i genitori e gli educatori da ora in poi ne parlerò.
Grazie del suggerimento.