L’importanza della social education

Social Education è un percorso rivolto a professionisti del digitale, ma è trasversale anche per tutti gli utenti adulti che usano le piattaforme social. Dall’uso sereno e corretto dei social network, ai consigli su come impostare una coerente identità digitale con i relativi diritti e i doveri per tutelarla.

Il tema è sicuramente di attualità e ho deciso di chiedere l’autorevole opinione a Rosa Giuffrè, consulente ed esperta di social education, che tiene innumerevoli incontri in tutta Italia su questo argomento.

Cosa vuol dire social education?
I termini ‘Social + Education’ racchiudono ovviamente concetti molto più ampi. Ho voluto definire in modo sintetico e chiaro quello che è un mondo fatto di regole definite, ma spesso sottintese e quindi poco conosciute.
‘Social’ ci riporta chiaramente all’ambiente dei social network, all’essenza di quelle relazioni sociali digitali che si instaurano tra persone grazie ai social media.
‘Social’ è quindi da intendersi anche come ‘sociale’: tutto ciò che ci connette e ci permette di creare relazioni che dall’online passano all’offline perché di fatto, tu lo sai bene Mariano, è ormai fallimentare e obsoleto distinguere vita reale da virtuale, come se la seconda non fosse veritiera.
Con ‘Education’ ho voluto evidenziare il termine ‘educazione’, da non intendere però come regole obbligate, dettate o imposte senza comprenderne il motivo, ma ho voluto sottolineare che le buone maniere, il ‘bon-ton’ digitale, il ‘piccolo galateo per imparare a costruire buone relazioni online’ è necessario e forse non così tanto demodé visti i rischi e i pericoli in cui si può incorrere.

Com’è la situazione in Italia a livello di educazione nei social media per i giovani, per i tardivi digitali e per le aziende?
Il tema è sicuramente ampio. In modo sintetico potrei dirti che i giovani possiedono i tecnicismi, ma manca spesso a loro un riferimento adulto che abiti gli ambienti digitali con un minimo di buon senso.
Gli adulti, che nel mio libro ho definito ‘Social – tardivi digitali’ (prendendo ovviamente spunto da Prensky e dalla sua categorizzazione storica fatta nell’ormai lontano 2001), o rifiutano questo mondo, oppure lo abitano senza filtri: commenti, condivisioni di ogni contenuto senza verifica, tag selvaggi sono all’ordine del giorno.
Le aziende italiane purtroppo faticano e rincorrono quella che ormai è definita l’industria 4.0: IOT, cyber-security, digitalizzazione dei processi dovrebbero essere temi all’ordine del giorno, invece manca purtroppo ancora la base, quella cultura digitale (tema del mio primo libro) che prima del ‘fare’ ti deve far comprendere il perché farlo, se farlo e in quale direzione andare.
Anche per le imprese che si rivolgono a me assisto spesso a estremismi: chi rifiuta in toto il digitale, il web i social network in nome di una tradizione che altrimenti verrebbe a mancare; altri si buttano a capofitto e dal nulla e senza possibilità, visione, si lanciano in progetti faraonici, e-commerce improbabili destinati purtroppo a chiudere e fallire ancora prima di aver visto la luce.
La via corretta? Quella di mezzo: mai come oggi è necessario investire e non sprecare denaro, comprendere e rendersi consapevoli delle enormi potenzialità del digitale e non sprecare occasioni. I giovani e la loro bravura devono essere una risorsa da unire all’esperienza di vita dell’adulto fuori e dentro l’azienda, ma per fare questo, l’adulto deve accettare che un giovane possa insegnargli qualcosa che lui oggi ancora non conosce in modo approfondito. Essere ‘open’, contaminarsi è la strada giusta…. Difficile, ma corretta. Chi lo comprende subito vedrà grandi risultati.

  • Oggi, mediante strategie e percorsi di formazione personalizzati, affianco professionisti e piccoli imprenditori che vogliono abitare il web e i social network in modo sicuro e efficace, favorendo la loro consapevolezza e sviluppando la loro identità digitale per raggiungere obiettivi di business perché “il futuro è semplice, è la gente che è troppo complicata!”

    Rosa Giuffré
    Consulente per la Comunicazione Digitale, Formatrice e Blogger

Come vedi lo sviluppo dei social network?
Le news che arrivano dalla Silicon Valley ci parlano di realtà aumentata grazie alla quale si potranno creare avatar che si incontreranno in luoghi virtuali: in pratica se io e te decidiamo di fare una call, al posto di usare il ‘banalissimo’ telefono attraverso Facebook potremo decidere di incontrarci alle Hawaii!
Altro grande tema è l’evoluzione dell’analisi dati: l’analisi predittiva grazie alla raccolta di Big Data (pare che Trump abbia vinto proprio grazie a questa che ormai è una vera disciplina) conferma la tensione continua ad anticipare gusti delle persone.
Credo che stiamo marciando verso una sorta di estremizzazione della connessione: io potrò ‘viaggiare’ dalla mia camera, o evitare di uscire di casa per qualsiasi attività perché potrò fare queste attività attraverso Internet (e già questa è ormai tendenza concreta). Dopo aver visto ‘The circle’ mi sono fatta molte riflessioni in proposito perché sembra proprio che quel film stia diventando realtà e Mark sia a capo di una potenza apparentemente pacifica e silenziosa.
Ti confesso che anche io come tanti colleghi mi hanno confermato, lo scorso anno ho avuto un periodo di allontanamento dai social, non di rifiuto, ma certamente mi è servito per rimettere in equilibrio i due mondi dei quali ti ho accennato prima: quello online e quello offline.
Vedi? Io credo che il nocciolo della questione sia proprio questo, l’equilibrio necessario tra i due mondi. Quando l’uno sovrasta l’altro dovrebbe scattare nella nostra testa una sorta di allarme rosso. Non ha senso una vita online se poi non ricevi un abbraccio da nessuno (quante psicopatologie nascono da persone fragili che si creano falsi profili apparentemente felici?) o se non passi una serata tra amici senza l’ansia di dover controllare lo smartphone. Così come non ha senso, oggi, vivere offline rifiutando totalmente il mondo digitale: certo, è fattibile intendiamoci, ma corrisponde al rifiuto del futuro, è come rifiutare una lavatrice perché si è sempre lavato a mano…

Social education. Vivere senza rischi internet e i social network


“Social education” è il primo libro scritto pensando agli adulti tardivi digitali che vivono quotidianamente l’ambiente dei social network per piacere, hobby, per cercare lavoro o sviluppare nuove relazioni professionali di successo. È un piccolo galateo con consigli per costruire buone relazioni online, un percorso di consapevolezza che guida nella conoscenza sia delle regole scritte che mirano alla tutela della tua sicurezza personale digitale, sia delle regole sottintese che migliorano e favoriscono la corretta comunicazione e quindi le relazioni di valore tra utenti. “Social education”, con un linguaggio chiaro, affronta temi importanti e urgenti come l’identità digitale, la compilazione di un profilo corretto, la privacy, i profili fake, la comunicazione con newsletter o nei gruppi, le community online, fino al tema delle fake news. Il percorso si conclude con approfondimenti sulle pratiche più pericolose diffuse in Rete, le conseguenze psicologiche e legali da abuso di internet o social network, con i consigli su come difendersi e a chi rivolgersi.


Editore:
Dario Flaccovio Editore
Collana: WebBook
Data di Pubblicazione: 7 settembre 2017
ISBN:
8857907163
Pagine: 285
Costo: 22,10 euro
Formato:
brossura

Se vuoi approfondire l’argomento: www.socialeducation.it


About the author

Brand strategist, esperto neuromarketing e neurobranding e founder laurea Magistrale in Web Marketing & digital communication dell'università IUSVE | Da sempre presente nel mondo social ho coltivato la passione per la comunicazione lavorando in radio come speaker, scrivendo romanzi per ragazzi, insegnando all’università, come brand strategist per aziende e agenzie, tenendo numerose conferenze sul mondo della comunicazione, dell’advertising e del web.

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