Il personal branding: che cos’è, definizione ed esempi. Tutti ne parlano, è l’argomento del momento, tutti ne danno una definizione. Ma come al solito noi vogliamo attingere dalla storia. Infatti il concetto di personal branding nasce nel 1937 con la pubblicazione del libro Think and go rich di Napoleon Hill.
Diciamo che questo termine veniva non utilizzato in questo modo qui, in America infatti lo stesso ambito comunicativo veniva definito self positioning, individual branding, online identity.
Infatti in quest’opera l’autore sostiene che esiste un modo per arricchire sé stessi e trovare la felicità ed era l’autodeterminazione. Il libro infatti era frutto della sua collaborazione molto stretta con i grandi del suo tempo, quindi quelli che sono stati definiti i geni della sua epoca, come Thomas Edison, Henry Ford, Arthur Nash, lo stesso presidente Roosevelt. Quindi potremmo definire questo libro, questa prima opera che dà la definizione di personal branding, come un manuale dell’ottimismo, in quanto l’autore delinea una strategia operativa per raggiungere il successo nella propria vita.
I tredici passi elencati nel libro sono i seguenti: il desiderio, la fede, l’autosuggestione, la conoscenza specialistica, l’immaginazione, la pianificazione organizzata, la decisione, la persistenza, il potere della mente, il mistero delle trasmutazioni sessuali, il subconscio, il cervello, il sesto senso.
Questi sono i tredici passi che ogni individuo doveva realizzare per ottenere un personal branding che fosse efficace e vincente. Quindi tutto parte dalla persona, potremmo dire, tutto parte dalle sue idee. L’uomo ancora al centro della strategia che oggi diventa ovviamente strategia digital.
Nel 1959 il sociologo Goffman nel saggio The presentation of self in everyday life indaga anche lui sull’importanza dell’azione umana e sulla sua presenza sociale attraverso una metafora che tutti conosciamo che è quella del teatro. La sua teoria infatti è definita “autopresentazione di sé” e questa teoria mette in luce il modo attraverso il quale le persone vorrebbero essere viste e come le persone vogliono essere percepite dai propri conoscenti, dai propri amici, dalle persone che li circondano.
Quindi Goffman usa il termine “drammaturgia” per indicare l’azione attraverso la quale il soggetto rappresenta sé stesso esattamente come fa un attore quando entra su un palco e impersonifica un personaggio che potrebbe essere anche diverso da quello che lui è. Questo è il primo step per comprendere quello che è il personal branding.
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Ottimo intervento, complimenti.