L’argomento di oggi è il neuromarketing: tutti ne parlano, tutti vogliono scoprire che cos’è e come funziona. Però nelle aziende abbiamo ancora dei marketer che pensano che le emozioni non possano influire nel processo decisionale di acquisto di un cliente.
Probabilmente hanno studi di tipo economico alle spalle e non di tipo comunicativo o psicologico. Se vi ricordate avevamo già citato Antonio Rosa Damàsio con il suo libro, L’errore di Cartesio, e qui reciterei una frase tratta dal suo libro, è del ’95 ma è molto attuale e dice: “L’utilizzo della logica e la capacità di prendere una decisione dipendono principalmente dalla nostra capacità di provare emozioni”.
Quindi razione ed emozione vanno a braccetto, non sono l’una contro l’altra, ma come si inserisce questa nuova disciplina, questo nuovo ambito delle neuroscienze all’interno del marketing e dell’advertising? È un po’ il dilemma, diamo intanto una definizione di che cos’è il neuromarketing. Il neuromarketing potremmo definirlo come una disciplina recente, volta all’individuazione di canali di comunicazione che permettono di realizzare processi decisionali di acquisto mediante l’utilizzo di metodologie legate alle neuroscienze.
Quindi all’ambito anche digital, all’ambito dell’advertising, all’ambito del marketing. Le neuroscienze ci possono aiutare nel formulare quello che viene chiamato appunto neuromarketing. È una disciplina che riesce a fondere i principi economici del marketing tradizionale quindi le famose persone che contano solo i numeri, i marketer, che abbiamo citato prima, ma anche con aspetti provenienti dalla medicina: dalla neurologia o dalle scienze comportamentali come la psicologia, e addirittura dall’interpretazione linguistica e visiva come gli studi semiotici.
Questa disciplina, il neuromarketing, si prefigge di illustrare ciò che accade nel cervello delle persone nel momento in cui ricevono degli stimoli visivi, uditivi, olfattivi, sensioriali, da parte di pubblicità o da parte di esperienze vissute all’interno di magari alcuni store che noi consideriamo emozionali o che usano, appunto, tutti i nostri sensi per conquistarci. Il neuromarketing ha lo scopo di determinare, tramite la decodifica di comportamenti, dei valori e delle argomentazioni che possono tradursi in strategie vincenti che spingono all’acquisto da parte del pubblico.
Questi studi sono, ovviamente, ancora agli inizi, non sono così codificati.
Ma potremmo già definire che l’emozione, l’aspetto dell’emozionalità e quindi l’aspetto neurologico, vanno a braccetto; quindi l’emozione, sposata a una razionalità, permette l’elaborazione di un pensiero che porterà, in un futuro, all’acquisto del prodotto. Questi sono concetti un po’ complicati ma un po’ alla volta, anche nelle prossime puntate, li snoccioleremo assieme.
La mia convinzione è che più si impara sulla struttura e sul funzionamento dei nostri corpi e dei nostri cervelli, migliori idee possiamo formulare su come funziona il tutto.
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