È lecito pubblicare foto o video di minori nei social network?

Nessun genitore lascerebbe fotografare il proprio figlio da uno sconosciuto per strada. Vale lo stesso se a pubblicare la foto in rete, o nei social come Facebook, Instagram o WhatsApp, è il genitore stesso?

È l’eterna domanda che chi lavora nel mondo della digital communication si pone: è lecito pubblicare foto o video di minori nei social network?

Io credo di no!
Tenterò di spiegarvi il perché.

Proprio nei giorni scorsi una signora ha postato dei commenti su un mio articolo riguardante le tecnologie per i minori. Solitamente quando i commenti sono negativi, prima di rispondere, controllo il profilo della persona che ha scritto. In questo caso mi accorgo che la signora contestava queste tecnologie, ma senza preoccupazione pubblicava nel suo profilo numerose immagini di una minorenne che ho presunto essere sua figlia.
Ecco qui cosa ha scritto.

  • Innanzitutto sono liberissima io di pubblicare ciò che voglio nn ho certo violato la privacy di altre persone.

    Mamma su Facebook con foto pubbliche di minori nel proprio profilo
    Commento ad un mio articolo

Questo è il sentire comune: un genitore ha tutto il diritto di pubblicare le foto e i video di suo figlio in rete o nei social network!

Cosa c’è di più prezioso del proprio figlio? Tutti i genitori farebbero qualsiasi cosa pur di difenderlo? Ma non sanno difenderlo dal proprio desiderio di mostrarlo in pubblico…
Da sempre le mamme, ma anche i papà, mettono in mostra i loro figli. Quante volte ho visto mamme girare nei mercati o supermercati con il proprio bambino in un passeggino e vedersi avvicinare un estraneo che dice: «Che bel bambino signora!» e la mamma quasi a commuoversi per quel complimento. Non ho visto nessuna mamma, ad un commento del genere, coprire il proprio figlio con una copertina avendo paura dell’estraneo. In fondo quella frase è considerata ancora adesso, e per fortuna, una gentilezza.
Ma se quell’estraneo estraesse dalla tasca il suo smartphone e decidesse di fotografare il piccolo nella culla, ogni mamma si arrabbierebbe e chiederebbe di cancellare immediatamente quella foto.

In rete invece i genitori non si comportano così. Pubblicano foto e video dei propri figli minori su Facebook, Instagram e YouTube lasciando questo “prodotto digitale” in mano a degli estranei.

La normativa sulla Privacy, nell’immaginario di tutti noi, potremmo chiamarla “il grande mistero”.
Tutti noi quando apriamo un profilo digital sottoscriviamo dei contratti con delle norme che neanche leggiamo e il nostro impeto è di cliccare: ACCETTA – ACCETTA – ACCETTA. Perché l’importante è entrare nella piattaforma e non sapere cosa si sottoscrive. Nessuno di noi firmerebbe un contratto per strada proposto da uno sconosciuto, ma la rete ci dà fiducia e sottoscriviamo qualsiasi cosa pur di usufruire di un servizio gratuito.
Sì perché tutto ci sembra gratuito in rete e nei social network. Infatti noi cediamo senza ricevere nulla il cambio la nostra identità personale (foto profilo, data di nascita, luogo di nascita, residenza, gusti, desideri…) e digitale, che vale più di una piattaforma gratuita!
 
Per fortuna il Tribunale di Roma con un’ordinanza del 23 dicembre 2017 ha stabilito che non solo il giudice può ordinare la rimozione delle immagini che i genitori hanno pubblicato in rete ma anche il pagamento di una somma di denaro in favore dei figli.

Il caso che si è verificato è quello di un sedicenne che ha chiesto tutela contro una madre “troppo social” che postava sue foto e commentava nel web parlando di lui. La pena per la madre è stata di 10 mila euro.
È il primo precedente in Italia che detta un principio di diritto forte a tutela dei minori con un risarcimento economico. Erano già numerose le decisioni dei tribunali che hanno costretto i genitori a disattivare i profili Facebook dei figli o a rimuoverne le foto pubblicate nelle proprie pagine social o persino sul profilo WhatsApp, ma finora senza una sanzione.
Da adesso in poi i genitori che pubblicassero foto o video di figli minori incorrono in un illecito che può portare alla rimozione delle immagini per ordine del giudice ma anche al pagamento di una somma di denaro in favore dei figli.

Così l’Italia s’inserisce nel solco già segnato in Europa, dove le punizioni sono molto più severe. In Francia ad esempio la violazione della privacy da parte dei genitori nei confronti dei figli minori comporta una sanzione di 45 mila euro e la reclusione fino a un anno.

Il principio giuridico alla base di divieti e ordini di rimozione è semplice. L’articolo 96 della legge sul diritto d’autore (legge 633/1941) avverte che l’immagine di una persona non possa essere esposta senza il suo consenso, salve eccezioni. Lo stesso dispone il decreto legislativo 196/2003 in materia di trattamento dei dati personali. La fotografia e il video, come qualsiasi altro elemento identificativo, sono un dato personale e non possono essere diffusi se non c’è l’autorizzazione dell’interessato. In più i minori godono di una tutela rafforzata data dall’articolo 16 della Convenzione sui diritti del fanciullo approvata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia con la legge 176/1991.


E i figli non fanno eccezione! Gli articoli 147 e 357 del Codice civile impongono ai genitori un dovere di cura e di educazione nei loro confronti che tradotto e attualizzato nella digital communication comprende la corretta gestione dell’immagine pubblica del minore. Se i genitori non rispettano queste leggi può intervenire il giudice con una sentenza a tutela dei minori per rischio di una sovraesposizione sui social.

Finalmente dovrebbe essere chiaro che è vietano pubblicare foto e video di minori in rete e nei social network.
Mi piacerebbe però usare un verbo diverso da “vietare” e vorrei usare questa espressione: è più sensato ed educativo non pubblicare foto e video di minori in rete.
Per tutelarli, per rispettarli, per permettere di decidere loro del proprio futuro quando saranno maggiorenni: questi sono i motivi per cui per me non è lecito pubblicare la foto dei propri figli o di un minore in rete o nei social network.

About the author

Brand strategist, esperto neuromarketing e neurobranding e founder laurea Magistrale in Web Marketing & digital communication dell'università IUSVE | Da sempre presente nel mondo social ho coltivato la passione per la comunicazione lavorando in radio come speaker, scrivendo romanzi per ragazzi, insegnando all’università, come brand strategist per aziende e agenzie, tenendo numerose conferenze sul mondo della comunicazione, dell’advertising e del web.
1 Response
  1. Adele

    La penso esattamente come lei. Mia nuora insiste a postare video su you tube delle bimbe di 5 e 9 anni di vita e giochi, ma in un mese ne ha già postati 5 o 6…
    Il marito non è d’accordo ma alla fine tollera. Come posso fare in qualità di nonna per farla smettere?

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