Un nuovo parametro: il Digital Caos, cos’è e definizione

Digital caos è un concetto elaborato dal prof. Nicolò Cappelletti. Il caos fa parte della natura umana: a noi il compito di comprenderlo, adattarlo, coglierne le opportunità per generare nuovi significati. Il caos digitale oggi abita in ogni situazione come nelle nostre attività, nel nostro mondo, nelle nostre relazioni.

Edward Norton Lorenz è il fondatore della moderna teoria del caos, una branca della matematica che si concentra sul comportamento dei sistemi dinamici che sono altamente sensibili alle condizioni iniziali. La sua teoria può essere riassunta in: “Caos: quando il presente determina il futuro, ma il presente approssimativo non determina approssimativamente il futuro.”

Questo caos l’ho rilevato anche nella mia attività consulenziale come brand strategist. Ho avuto un’impennata negli anni scorsi di ingaggi professionali che io definisco: emergency advice. Aziende che avevano investito ingenti capitali per trovare un posizionamento di brand nel mondo digital e che erano rimaste deluse dagli scarsi risultati. Mi dicevano: «Ci hanno promesso mari e monti, ma poi non abbiamo ottenuto niente!»

Anche il mondo imprenditoriale si è ritrovato così in questo caos digitale, perché il sistema della comunicazione attorno a loro cambiava. Non avevano gli strumenti culturali per poterlo interpretare e soprattutto rimanevano immobili di fronte al mutamento del mercato.

  • Il caos spesso genera la vita,
    laddove l’ordine spesso genera l’abitudine.

    Henry Adams
    Scrittore statunitense

Credo che il mondo digitale, che sempre più acquisisce rilevanza e sempre più si trasforma e si modifica velocemente, abbia bisogno di marketer che sappiano distinguere.
Questa qualità deriva dallo studio, dall’esercizio della professione, dall’umiltà di mettersi sempre in gioco e ripartire studiando nuovamente! Se nel DNA del mondo digital c’è il movimento, come facciamo a rimanere immobili e fermi nelle nostre competenze acquisite?

L’Enciclopedia Treccani riporta diverse definizione di DISTINGUERE che ritengo tutte calzanti per un marketer:
* riconoscere diversi fra loro due o più oggetti, avvertendo, con i sensi e con l’intelletto, la differenza che è tra essi;
* rilevare e far rilevare la diversità o alterità fra due o più oggetti o modi di considerare lo stesso oggetto;
* discernere per mezzo della vista, riconoscere, veder bene;
* essere riconoscibile, avere uno o più elementi caratterizzanti.

Per un brand positioning efficace un marketer deve saper riconoscere le qualità dei prodotti dell’azienda in cui lavora rispetto ai competitor, ma con intelligenza e soprattutto oggi attraverso un’analisi percettiva che utilizzi anche le neuroscienze. Solo in questo modo potrà comprendere il cliente e creare una differenziazione di strategia.
Un marketer deve saper mettere in luce le caratteristiche del brand evidenziando ai consumatori le diversità. In questo modo creerà un posizionamento di prodotto unico e innovativo, permettendo di distinguersi e di essere memorizzato.


Un marketer deve discernere per mezzo della vista, intesa come capacità di visione del futuro, deve riconoscere le nuove caratteristiche del mercato e dei mezzi da utilizzare. Insomma deve saper vedere oltre!
Un marketer deve essere riconoscibile, deve offrire una consulenza frutto della propria esperienza. Deve avere uno o più elementi caratterizzanti, quindi deve curare il proprio business personal branding.
Grazie a questi elementi distintivi il marketer saprà inserirsi nel digital caos, mettendo ordine e dando un ordine agli eventi, ai mezzi, alle opportunità che il mercato oggi offre.

  • Il caos è più libertà; infatti, è totale libertà.
    Ma non ha nessun significato.

    Audrey Niffenegger
    Docente al Columbia College di Chicago

Il marketer deve tornare a dare una significazione esistenziale alla propria professione. Per troppo tempo il marketing è stato sinonimo di “far soldi facilmente, convincere il pubblico a comprare…”
Le parole chiave di un professionista oggi devono essere: ascolto, partecipazione, connessione, trasparenza, velocità, etica.

I clienti non sono più un target e nemmeno più un pubblico, come si sente ancora dire, ma sono “persone” con una propria identità, i propri comportamenti, gusti e modalità di espressione di sé e scelte di acquisto. Solo in questo modo il marketer tornerà a dare un significato etico e sociale, oltre che commerciale, al proprio lavoro.

  • La rapidità con la quale il digitale ha guadagnato spazio nelle nostre vite è uno dei fattori che viene spesso trattato con sufficienza senza soffermarsi a riflettere su quanto la velocità, l’annullamento dello spazio e l’arco temporale siano in realtà fattori rilevanti.
    È quindi necessario per un marketer comprendere i brand come parte attiva nella vita delle persone.
    I brand devono ridisegnare i propri contenuti per ricucire quel distacco fra gli intenti comunicati e ciò che concretamente realizzano.

    Nicolò Cappelletti
    Marketer e docente universitario

Quindi mi ritrovo pienamente nel modello proposto da Nicolò Cappelletti nel suo libro: Digital Caos. Comprendi l’evoluzione digitale, cogline le opportunità e sviluppa strategie di comunicazione rilevanti e significative edito da Dario Flaccovio Editore.

Le innovazioni del mondo digitale sono entrate, senza delicatezza alcuna all’interno di ogni ambito delle nostre vite, dal personale al professionale, stravolgendo le nostre relazioni, le conoscenze, l’apprendimento e la comunicazione. I brand hanno quindi bisogno di ripensare la comunicazione al fine di risultare significativi per le persone.
Accettare questa condizione di caos digitale, comprenderlo e coglierne le sfide è l’obiettivo per coloro che si occupano di comunicazione e marketing.
Cappelletti non propone facili ricette pronte all’uso e soluzioni miracolose ma ci guida in un percorso per rileggere il caos digitale alla luce dei cambiamenti, adattando la comunicazione, cogliendo le opportunità nuove con il fine di sviluppare strategie comunicative in grado di essere rilevanti e significative.

Il suo modello strategico di marketing prende spunto dall’acronimo della stessa parola caos per cui si compone di: Comprensione, Adattamento, Opportunità e Significato. Il marketer deve quindi cercare un significato superiore e unitario che dia voce non al fare ma all’essere.


Arthur Schnitzler, scrittore e drammaturgo austriaco, è famoso per aver definito un artificio narrativo conosciuto come monologo interiore al quale fece spesso ricorso per descrivere lo svolgersi dei pensieri dei protagonisti dei suoi libri. Nel suo libro intitolato Il libro dei motti e delle riflessioni scrisse:

  • Anche il caos si dispone attorno a un punto fermo,
    altrimenti non esisterebbe nemmeno il caos

    Arthur Schnitzler
    Scrittore e drammaturgo austriaco

Infatti, il caos è tale se prendiamo un punto fermo che determina il disordine attorno. Altrimenti il caos stesso sarebbe ordine.

Negli anni mi sono domandato quale fosse questo punto fermo a cui far riferimento per realizzare un ordine nella mia vita da marketer. Da giovane pensavo fosse l’intraprendenza; poi quando ho iniziato a lavorare credevo fosse la dedizione; dopo alcuni anni ho pensato fosse l’esperienza; insegnando all’università ho sperimentato come sia lo studio.
E ora?
Ora ne sono ancora alla ricerca!

Per conoscere maggiormente Nicolò Cappelletti ti consiglio di visitare il suo sito: nicolocappelletti.com
Per conoscere i contenuti esclusivi del suo libro clicca qui: digitalcaos.com

TAKE AWAY

1. TORNARE ALLE PERSONE
Non consumatori, prosumer, producer o partner: chiamiamole “persone”. Rifletti sul valore delle relazioni umane, su cosa conta veramente per loro e cosa si aspettano dal tuo brand e dalla tua azienda. Come in ogni relazione, ciò che conta è che sia fondata da valori condivisi. Un aspetto che va ben oltre il marketing e la comunicazione e coinvolge tutta l’azienda.

2. DALLA QUANTITÀ ALLA QUALITÀ
Postare, postare e postare: per un attimo non pensarci. Prova a mettere in pausa l’importanza di orari, profilazioni, segmentazioni, campagne adv e budget. Quale contenuto stai veicolando? Quali sono le aspettative rispetto al tuo brand e rispetto al tuo settore di riferimento?

3. SIGNIFICATIVO COINVOLGIMENTO
Per un attimo non unire digital con social. Come può il tuo brand, utilizzando la tecnologia, creare connessioni significative con le persone? Quando potresti offrire realmente supporto all’utente? Dalla ricerca all’ispirazione, alla selezione di un prodotto, dall’acquisto al consumo. Coinvolgere significa generare esperienze che siano memorabili.

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Nei prossimi anni la rete raggiungerà i trent’anni, gli smartphone avranno un sapore traditional, le banconote spariranno, gli smart speaker avranno invaso le nostre case e noi non sapremo più distinguere una conversazione umana da un’intelligenza artificiale: ecco lo scenario di un verosimile caos digitale cui possiamo scegliere se arrenderci, opporci, oppure… dare ordine.

Le innovazioni digital sono entrate all’interno di ogni ambito della nostra vita stravolgendo le modalità di relazione, apprendimento e comunicazione. Chiunque può accettarle e coglierne le opportunità, ma per coloro che si occupano di comunicazione e web marketing l’obiettivo principale è recuperarne il significato.

Questo libro non propone ricette pronte all’uso e soluzioni miracolose, ma un percorso per ordinare il caos digitale, comprenderne i cambiamenti e sviluppare significative strategie comunicative.

Editore: Dario Flaccovio Editore
Collana: WebBook
Data di Pubblicazione: 11 novembre 2019
Pagine: 336

Costo: 26,91 euro
Formato: brossura

Per conoscere maggiormente Nicolò Cappelletti ti consiglio di visitare il suo sito: nicolocappelletti.com
Per conoscere i contenuti esclusivi del suo libro clicca qui:
digitalcaos.com

About the author

Brand strategist, esperto neuromarketing e neurobranding e founder laurea Magistrale in Web Marketing & digital communication dell'università IUSVE | Da sempre presente nel mondo social ho coltivato la passione per la comunicazione lavorando in radio come speaker, scrivendo romanzi per ragazzi, insegnando all’università, come brand strategist per aziende e agenzie, tenendo numerose conferenze sul mondo della comunicazione, dell’advertising e del web.

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