Dick Swaab è neurobiologo dell’università di Amsterdam e autore del famoso libro “Noi siamo il nostro cervello” che ora afferma che noi siamo il nostro cervello creativo.
Creatività e innovazione sembrano essere gli imperativi per sopravvivere all’interno del mercato attuale della comunicazione che è caratterizzato dalla globalizzazione e dalla crisi.
I due termini si intersecano tra di loro e alcune volte diventano sinonimi, ma la storia ci guida in strade diverse e non vede la creatività solo come una prerogativa del mondo della comunicazione.
L’uomo è tormentato dal desiderio di regredire fino a rientrare nell’utero materno e dal desiderio di essere nato completamente. Molti muoiono senza essere mai nati completamente.
Creatività significa aver portato a termine la propria nascita prima di morire.
Educare alla creatività significa educare alla vita.
Carl Ramson Rogers (1902-1987), psicologo statunitense, fondatore della terapia non direttiva e noto per i suoi studi sul counseling e la psicoterapia all’interno della corrente umanistica della psicologia, nel suo libro Da persona a persona. Il problema di essere umani, afferma che esistono tre condizioni interiore alla base di ogni atto creativo.
La prima condizione è l’apertura del soggetto all’esperienza, la seconda si verifica quando l’atto creativo viene percepito ed è valutato come espressione e realizzazione di una parte importante di se stessi. Il terzo elemento è dato dalla capacità di elaborare e manipolare concetti e funzioni in stretto rapporto con le caratteristiche positive dell’esperienza (ad esempio esplorare nuovi campi, formulare nuova ipotesi, introdurre nuovi significati).
L’apertura all’esperienza consiste in una mancanza di rigidità da parte del soggetto nei confronti di concetti, sensazioni, ipotesi. Il creativo potremmo dire che è in grado di accogliere informazioni, anche discordanti tra loro, senza considerarle minacciose per il proprio io e la propria esistenza.
L’interiorità come luogo di valutazione della propria creatività è il valore aggiunto in quanto la persona non si preoccupa delle critiche o delle lodi altrui, ma ricerca in se stessa le qualità necessarie e opportune.
La capacità di giocare con le idee e il mondo circostante, divertendosi con le immagini, i colori, le forme, permette di formulare ipotesi irragionevoli, al limite del ridicolo, problematizzando tutto ciò che viene dato per certo.
Parlare di creatività quindi vuol dire prendere in considerazione una disposizione interna che ogni persona possiede, per poter realizzare se stessa e rappresenta la più elevata capacità espressiva dell’uomo per far emergere al di fuori di sé le parti più intime del suo modo di essere e di sentire.
L’essere creativi quindi presume l’essere propositivi, predisposti alla ricerca e l’interpretazione di ciò che ci circonda con un’ottica diversa.
Il neurobiologo Dick Swaab ha pubblicato il suo nuovo libro dal titolo: Il cervello creativo. Come l’uomo e il mondo si plasmano a vicenda e ne ha parlato in una recente intervista (che si può leggere qui).
La creatività è realizzare qualcosa di nuovo da elementi che già esistono. Così risolviamo i problemi e progrediamo nella tecnologia e nella scienza.
Gli effetti della creatività hanno cambiato la nostra vita sotto ogni aspetto. Tutto ciò che vediamo intorno a noi – natura a parte – è il risultato della creatività.
A sua volta, l’ambiente culturale che abbiamo creato influenza il nostro cervello e il nostro comportamento.
Per Dick Swaab la sede della creatività è la corteccia prefrontale e il talamo, ma sono coinvolte molte aree, che interagiscono fra loro. La struttura cerebrale determina il talento di una persona.
Ogni cervello è diverso, unico, per via del patrimonio genetico e dei processi di sviluppo. In alcuni casi tutto ciò porta a strutture cerebrali particolarmente grandi o a connessioni estremamente efficienti: la base del talento. Servono entrambi, talento innato e lavoro duro.
Per essere creativi abbiamo bisogno del giusto patrimonio genetico. La creatività aumenta con il QI, fino a un QI 120.
Poi ci sono i fattori che la stimolano. Un ambiente diverso e multidisciplinare, nuove esperienze, un pensiero fuori dagli schemi… Nietzsche diceva che le uniche idee buone gli venivano camminando. E poi siamo più creativi quando siamo felici.
L’argomento è trattato anche in questo mio libro.
Editore: libreriauniversitaria.it
Collana: Comunicazione, marketing e new media
ISBN: 8862928777
Pagine: 174
Costo: 14,90 euro
Formato: brossura
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